2018: ANCORA IN SUD SUDAN - di Roberto Pattarin
Anche quest'anno siamo tornati in Sud Sudan per proseguire i progetti in corso: la sponsorizzazione agli studi dei pochi studenti Toposa e Jie in grado di frequentare le superiori o l'università, l'aiuto alle vedove e agli orfani Turkana e Ik di Oropoi. Come sapete, il Sud Sudan, a soli 2 anni dall'indipendenza, è di nuovo sprofondato in un nuovo sanguinoso conflitto politico-tribale senza soluzione che ha provocato 4 milioni di sfollati e migliaia di morti. La nostra zona, Kapoeta, è fortunatamente risparmiata dagli scontri armati, ma lo Stato è crollato, con la moneta che in 5 anni si è svalutata da 6 a 190 Pound per dollaro. Risultato: la paralisi, anzi un gorgo di crisi economica che divora le poche risorse di un popolo tra i più poveri del mondo; quindi niente stipendi e costo della vita alle stelle. Abbiamo trovato la fame, con la gente dei villaggi che mangia una minestra con qualche bacca selvatica al giorno...per tutta la famiglia. La guerra ha fatto fuggire le ONG anche a Kapoeta, creando il vuoto: i pozzi rotti non si riparano, le scuole sono vuote perchè gli insegnanti non vengono pagati. Restano solo le grandi organizzazioni: colonne di camion dell'Unicef stanno portando cibo, ma nei campi profughi la vita è amara. La domanda è: perchè non si riesce a fermare questa inutile guerra? La mia risposta sarà semplicistica, ma purtroppo non è smentibile: perchè il Sud Sudan ha il petrolio e c'è competizione per sfruttarlo, perchè la diatriba sui confini col nord Sudan resta in questo modo congelata, perchè da queste disgrazie i lobbisti delle armi e qualcuno nei paesi vicini ci guadagna, anche dalla massiccia presenza delle grandi organizzazioni internazionali. Per i più la guerra è una tragedia, ma non per tutti. Ma pur in questa drammatica situazione, l'accoglienza è stata grande e peri nostri amici laggiù anche il nostro piccolo aiuto è prezioso. Abbiamo partecipato a matrimoni Toposa e raggiunto i favolosi Jie. Per l'anno prossimo siamo invitati a tornare a Boma dai Katchepo. Una bella esperienza. Un grazie a Massimo Variati e Giovanni Mallone che hanno avuto il coraggio e la sensibilità di accompagnarmi e a tutti gli amici di Argonauti Explorers che non hanno mancato di sostenerci materialmente e moralmente in questa impresa. Alla prossima missione quindi e grazie ancora.